John Titor e... la fine del mondo.

In questi ultimi tempi, grazie alla trasmissione televisiva Voyager, è tornato d'attualità l'argomento su John Titor, il viaggiatore dello spazio, di cui se ne parla molto con sentimenti di incredulità e scettismo, sin da quando pubblicai la sua storia, per la prima volta in Italia, nell'agosto del 2006.

Di John Titor, avendo fatto incetta d'una robusta documentazione già all'epoca, avrei diverse cose da raccontare, tratti da suoi interventi su siti che lo riguardano... Ad esempio a quel tempo, cioè nel 2036 la durata media della vita sarà di circa 60 anni; la moneta cartacea sarà ancora ampiamente utilizzata; il lavoro più comune sarà rivolto all'agricoltura; l'energia solare sarà ampiamente diffusa anche se vi saranno problemi con la gente locale per le costruzioni di potenti generatori... un po' come la sindrome dell'attuale effetto Nimby...

Nel 2036 John Titor vive in America, precisamente a Tampa, in Florida, con la sua famiglia. Una guerra terribile nel 2015 ha ucciso tre miliardi di persone e il dolore e il grande cambiamento hanno fatto unire di più le persone che vivono, maggiormente, in comunità, su cui coltivano la terra, ancora molto contaminata. La sua vita, come quella di tutti, è incentrata sulla famiglia, e non riesce a immaginare di vivere anche a sole poche centinaia di chilometri di distanza dai suoi genitori. Nei suoi fantastici racconti, Titor dice anche che ci saranno meno cure mediche, anche se quelle che ci sono saranno più avanzate e le persone moriranno quando avranno raggiunto il tempo di morire... Tutte le grandi catene alimentari spariranno e il cibo e il bestiame si venderanno localmente...

La storia è lunga, ma potrete leggerla un po' per volta, su queste pagine.

Ho notato, tuttavia, che questa storia dell'uomo che viene dal futuro viene vissuta da molti giovani (ci sono forum a bizzeffe che parlano di Titor) in maniera forse troppo coinvolgente... e questo non è bene, poichè anche se fosse tutto vero quel che dice John Titor, il nostro destino è di continuare a combattere affinchè la società futura sia meno invivibile di quella attuale... Ma noi, voi, tutti... qualunque futuro si presenti, dobbiamo viverlo fino in fondo, difendendo i nostri valori e portando, semmai, una scorta d' ideali più sani... John Titor, tra le altre cose, parla pure della Costituzione del suo Paese, dicendo che, dopo la guerra, sono state apportate alcune modifiche al Ramo esecutivo, gli Usa si sono divisi in cinque stati e il vice presidente è il Presidente del Senato della Repubblica e sono votati separatamente.

Ed ora... voglio raccontarvi una storia, una storia vera, una di quelle che quando le leggi pensi che siano inventate, che t'insegnano molto se sai vederle con gli occhi giusti e l'amore per la vita...

La storia è questa.

Quando ero un giovinetto, in pieno periodo di guerra fredda e rincorsa spaziale tra Usa e Urss (per certi versi simile a quello attuale, solo che nella rincorsa allo spazio ora si sono aggiunti Cina, India e Giappone....), ho vissuto un fatto che mi ha turbato non poco e che mi ha dato da pensare per lungo tempo.

Ancora oggi a pensarci, non so se ridere o se piangere!

All'epoca, si parlava del terzo segreto di Fatima e della fine del mondo (proprio come si evince da tanti commenti di giovani sul post di Titor) e la frase " Un grande castigo cadrà sull'intero genere umano, non oggi, né domani, ma nella seconda metà del Secolo XX"... aleggiava pesante nell'aria.

A quel tempo, ero ospite presso un Istituto religioso ad Ariccia, ai castelli romani, ed erano le suore ad occuparsi di noi giovincelli.

Era una bella giornata d'estate o di primavera, non ricordo bene... Eravamo all'aria aperta, in un giardino con tanti sassi e brecciolino, qualche albero e alcuni cespugli in prossimità della strada interna. Noi giovani ragazzi, stavamo comodamente sdraiati su delle comode poltrone multicolorate a respirare l'aria balsamica del pomeriggio, sotto lo sguardo attento delle suore che giravano in mezzo a noi pregando e inducendo a pregarci.

C'erano anche delle bambine, in un altro spazio gemello, al di là della strada che entrava dentro l'Istituto.

Le suore continuavano, con voci sempre più altisonanti le loro nenie ma qualcuno, non rammento bene chi, disse che bisognava pregare perchè da lì a poco vi sarebbe stata la fine del mondo... Noi eravamo undicenni, dodicenni e forse, per fortuna, non prendemmo sul serio quelle parole. Restammo seduti sulle sdraie a pregare ancora per qualche ora: la fine del mondo era stata prevista per le ore 16... e si pensava, che almeno lei, arrivasse in orario... Invece, neanche alle 17 s'era fatta viva, così pure alle 18, alle 19 e alle 20... ora in cui il cielo cominciava ad oscurarsi... Pertanto, a conclusione d'una giornata tanto singolare quanto inverosimile, rientrammo nell'edificio per andare a mensa, per mangiare quello ch'era stato preparato con molto ritardo. Sembra che i cuochi o le suore cuoche, non ricordo... sapendo che alle 16 avrebbero dovuto lasciare per sempre i loro fornelli, non abbiano pensato di prepararae la cena per quel centinaio di bambini, che secondo le previsioni... sarebbero dovuti perire assieme all'intero mondo.

Fatto sta, mi documentai tanto tempo dopo su vecchi articoli cartacei: in quel periodo, furono in molti nel mondo a togliersi volontariamente la vita... Venni a sapere in seguito, che alcune persone, in quei terribili giorni, sembra si siano gettate giù dall'alto ponte di Ariccia... Non sò, ma credo che tutto ciò sia vero, per cui, voglio dire a voi ragazzi, "A buon intenditore poche parole...".

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