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Visualizzazione dei post da agosto, 2017

Il mistero della lettera di Cristoforo Colombo

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Il mistero della lettera di Cristoforo Colombo tra il Vaticano ed una collezione privata. Nel 1493 Cristoforo Colombo, in una missiva mandata al Vaticano, descrive ciò che ha visto coi propri occhi nel Nuovo Mondo. Dopo più di un decennio in una raccolta privata ad Atlanta, una copia rubata di una lettera che Christopher Columbus scrisse al Vaticano sulla terra che aveva appena scoperto. Dopo il ritorno in Europa dal suo primo viaggio nelle Americhe, Colombo scrisse una lettera ai suoi patroni spagnoli nel 1493 descrivendo quello che aveva visto. La lettera fu convertita in un opuscolo da stampare per diffondere in tutta Europa le notizie dell'eccezionale viaggio che aveva compiuto. Robert Parsons, un attuario di Atlanta ( colui che valuta un patrimonio a una data scadenza futura...)   acquistò una di quelle copie da un rivenditore di libri rari di New York nel 2004 per 875,000 dollari, ha riportato il Wall Street Journal.  Ciò che non si capisce è che il documento

Queen Maud Gulf: la zona artica pericolosa d'attraversare

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Nel 1846, nei mari pericolosi a nord di Nunavut, Canada, due navi a motore a vapore dell'esploratore britannico Sir James Franklin , l' Erebus e il Terror , restarono bloccate nel ghiaccio. Fu l'inizio della fine della missione di Franklin, in cui più di 100 uomini morirono nel freddo, nonostante ci fossero un sacco di navi che cercarono di salvarli. Fu il più grande disastro nella lunga e complicata storia di tentare di trovare il mitico Passaggio a Nord-Ovest . Nel tempo sono state allestite molte spedizioni private con la speranza di risolvere il mistero di Franklin. Negli ultimi anni , sono stati trovati i  relitti di Erebus e Terro r - ma non dove le navi restarono bloccate nel ghiaccio. Piuttosto, le navi si sono spostate in acque relativamente poco profonde della regione del Queen Maud Gulf . E rimangono ancora poco chiare come vi siano arrivate. L'ultimo viaggio delle navi di Franklin resta comunque uno dei tanti misteri di questa remota regione. A  70

Il fuoco della vita

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Miliardi di stelle per produrre la vita sulla terra, miliardi di uova per produrre un pesce, e miliardi di tentativi per produrre un passo in avanti. Non siamo noi, é la natura che cerca. L'inquietudine che c'è in noi è la nostra forza, perché ci mostra la direzione. D'altra parte lo sappiamo anche noi, nella nostra vita individuale, che questo è l'unico modo di procedere. E' solo quando il desiderio diventa doloroso ed il presente invivibile che noi riusciamo a spezzare gli ostacoli esterni ed interni e, a correre in avanti. Il desiderio che ci brucia è veramente il fuoco della vita; il dolore è il caos primordiale da cui emerge il mondo, l'angoscia del molteplice, del diviso, che tende all'unità. Quando, alla sera, noi sentiamo una nostalgia di non sappiamo che, è la vita che cerca la sua meta : il giardino delle rose che è il suo destino. " L'albero della vita " di Francesco Alberoni by ElvuxBiz

Storie della domenica

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L'uomo più anziano del mondo muore a 113 anni Respiriamo ancora l'ultimo respiro di Giulio Cesare. Il frigorifero di Einstein I media israeliani riferiscono che l'uomo più anziano del mondo, che ha vissuto le due guerre mondiali ed è sopravvissuto all'Olocausto, è morto un mese dopo il suo 114 ° compleanno. Lo scorso anno Guinness World Records ha conferito a Israele Kristal un certificato che lo definisce come l'uomo più anziano del mondo. Ynet ha citato sabato la figlia del centenario dicendo che suo padre è morto venerdì. Shula Kupershtuch dice: " Ha sempre visto solo luce e il bene in tutto ". Kristal è nato in Polonia. Durante la seconda guerra mondiale fu mandato a Auschwitz e ad altri campi di concentramento nazisti. La sua prima moglie e i due figli furono uccisi nell'Olocausto. Kristal sopravvisse alla guerra - l'unico sopravvissuto della sua grande famiglia ebraica. Si è sposato e si è trasferito in Israele nel 1950, do

Dedicato ad una buona parte dei giovani d'oggi

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Una massa di morti viventi si aggira per le strade della città. Tutti alle prese con il proprio  smartphone, tablet e via dicendo; taluni con le cuffie altri no che guardano il piccolo schermo sulle mani come ipnotizzati, incapaci di sollevare lo sguardo. Non c'è più spazio per un sorriso, una cordialità spontanea, un gesto gentile come il giovane che si alza dal posto occupato nella metro gremita del mattino per cederlo ad una persona anziana che sta li, davanti a te, e che da un momento all'altro può crollarti addosso perché stremata; oppure, aiutare una mamma con la carrozzina che ha difficoltà ad entrare nella metro. Può anche succedere che sei talmente rintronato ad ascoltare la musica già da almeno due ore, che non ti accorgi di quello che ti succede attorno, mentre continui a startene li, seduto al tuo posto, come indifferente, alle prese con quello strumento diabolico che ti collega col mondo... Una massa di persone che ha perso la vitalità, e che ha azionato il